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L’anima non muore a Kabul

Chi muore a Kabul?
Ho sentito il macabro gracchiare
del fucile
tu guarda sorella,
chi è caduto?
non vedo nulla
Amore mio
ti ho strappato
dalle viscere
per darti a braccia
sconosciute
tuo padre non è qui
non può forse non sa
ma che altro
mi resta da fare?
Ho divelto vasi di sangue
rotto fibre nervose
e resto qui
la mia anima
è volata con te
oltre il muro
Che tu sia benedetto
dall’amore
che sbalordito e offeso
pur gira in allerta
nel gorgo
di vergogna e ferocia
che tua madre
non ha mai voluto
Non so chi ti canterà
la ninna nanna stanotte
Ma se fosse un uomo
non temere figlio mio
Se lo farà
è la mia anima che ti culla nelle sue mani.

Francesca Benvegnù
SPI CGIL Metropolitano Venezia

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