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Ruolo del medico, tra il burocratico e il sociale

Interessante e ricco di interventi il Seminario sulla Sanità, che ha avuto luogo nella sala Trentin in via Ca’ Marcello a Mestre, il 9 marco scorso. L’iniziativa, dedicata al tema del ruolo del Medico di Medicina Generale (MMG) a 40 anni dalla Istituzione del Sistema Sanitario Nazionale, ha visto gli interventi dei due medici relatori, Luigina Pagotto e Muriel Doz, nel raccontare le loro esperienze umane e di lavoro, ma soprattutto la motivazione, che le ha portate a scegliere questa professione. Per entrambe è stato fondamentale l’esempio avuto dal loro medico di famiglia, come per la Pagotto, o insegnanti, come nel caso della Doz, giovane dottoressa frequentante il Corso di Formazione a Trieste per MMG. Alle domande di Francesca Benvegnù – medico nonché responsabile del Dipartimento Socio Sanitario dello SPI CGIL Metropolitano di Venezia, che ha organizzato e condotto l’iniziativa – sul ruolo attuale del MMG, le risposte sono state molteplici, a partire dall’evoluzione/involuzione dello stesso nel corso degli ultimi anni. Non ultimo, dall’avvento pervasivo e totalizzante dell’informatica, che ha stravolto ritmi e modi nel seguire il paziente. “Codice Fiscale, burocrazia, leggi e leggine e trabocchetti il computer – analizza da medico esperto la Pagotto – “ha sicuramente facilitato nel non scrivere più a mano, ma si frappone tra il medico e il paziente. Bisognerebbe scrivere dopo, non durante il dialogo con il paziente. Sono altresì aumentate – continua la dottoressa – le denunce nei confronti dei medici, soprattutto plastici, ma ultimamente anche verso i MMG. Informatica e burocrazia diventano anche strumenti obbligatori per difenderci, la ricetta come prova provata. La cosa estremamente negativa di Internet – conclude Pagotto – è che la gente crede ormai di sapere tutto, addirittura dopo le mie spiegazioni e consigli, mi dicono di aver già letto tutto in rete. Da chi, non importa”.
La dottoressa Doz, nello spiegare la sua motivazione del diventare medico, ricorda il rito che si svolgeva quando in casa arrivava “il dotor”- nel suo caso un medico e uomo tutto di un pezzo – per cui si preparava l’asciugamano pulito e si metteva tutto in ordine, a testimonianza del ruolo autorevole, che un medico ricopriva nel passato. “L’umanità di molti dei medici che mi stanno formando, mi ha fatto propendere nella scelta per diventare MMG” – spiega Muriel Doz – “ non piacendomi molto, altresì, l’ambiente ospedaliero e sono molto soddisfatta della scuola che frequento”.
Si è poi analizzato il ruolo della Medicina di Gruppo, ormai snaturato dalla mancanza di fondi, con una previsione iniziale da parte della Regione rivelatasi poi sbagliata. Alla domanda sulle limitazioni e gli eventuali vincoli del medico, Pagotto è ricorsa alle immagini che rappresentavano i congrui obbiettivi raggiunti o il superamento dei limiti di farmaci o esami prescritti, attraverso immagini di nuvolette, temporali con fulmini e saette, oppure con il sole. “Ulteriore difficoltà è rappresentata dal proliferare di ambulatori privati, con allettanti offerte di pacchetti di esami con la conseguente difficoltà, da parte dell’MMG, di far capire alla gente la validità e l’urgenza di certe indagini. C’è la necessità di restituire l’autorevolezza al ruolo del MMG” – conclude Pagotto.
“Siamo nati con la Riforma Sanitaria” – commenta Daniele Tronco, segretario generale dello SPI CGIL Metropolitano di Venezia – “come sindacato abbiamo una piattaforma nazionale con al centro il ruolo socio-sanitario. In Veneto – continua Tronco – abbiamo avuto una ristrutturazione organizzativa e lo SPI deve confrontarsi con le categorie sindacali, che lavorano all’interno delle strutture. Abbiamo una forte attenzione al tema, è un nodo molto delicato proprio perché la società è molto cambiata. Noi, come sindacato, – conclude Tronco – dobbiamo fare una piattaforma provinciale e poi chiedere l’adesione della società civile”.

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