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La prima volta che…

“Perché un laboratorio teatrale dedicato alle donne dello SPI?” Questa, la domanda posta da Isabella Albano, responsabile del Coordinamento Donne dello SPI CGIL Metropolitano Venezia, nell’aprire la consueta diretta Facebook del giovedì di AgoràSpi – introdotta dal suo Segretario generale, Daniele Tronco – dal titolo La prima volta che… “Il laboratorio era finalizzato ad una azione corale in conclusione del Marzo Donna – prosegue Albano – ma, causa Covid, non ci è stato possibile rappresentare questa esperienza di danza creativa e teatrale. Dall’incontro con Linda Bobbo, attrice e regista, è partita la progettazione. Ma che attinenza c’è con un contesto sindacale? La risposta era nei contenuti stessi del laboratorio, nel coniugare cioè l’auto percezione della soggettività femminile con i temi del Sindacato. Questa attività – conclude Albano – incrocia altresì la formazione e l’invecchiamento attivo. E’ stato molto coinvolgente e ha trovato una risposta a quella che era un’ipotesi”.

“Il teatro è uno strumento importante – sottolinea Linda Bobbo, curatrice e regista del progetto – per fare dei coni di luce, con delle storie in cui tanti si possano riconoscere. Con la danza, si danza e si sperimenta la vita. La prima volta che… è uno spettacolo agito con la parola e con il corpo. E’ stato un incontro molto bello quello con le “ragazze”. Alla fine è uscito un filo che ha creato un tessuto, perché lo spazio creativo è dove si intrecciano tanti fili. Un tessuto colorato, che assume una valenza diversa a seconda delle tematiche. Purtroppo abbiamo dovuto interrompere – conclude Bobbo – e ora come non mai è importante ritrovarci. La danza è il cammino più corto per ritrovare l’altro”.

Tanti gli interventi, a partire dalle testimonianze – a volte commosse – delle partecipanti al laboratorio teatrale e dei Segretari delle Leghe territoriali presenti ad AgoràSpi, nonché di Rosanna Bettella, della Segreteria SPI Regionale Veneto.

“Ho condiviso da subito il progetto – sottolinea con forza Daniele Tronco – rispettandone le riflessioni diverse, perché si deve valorizzare ogni aspetto, sapendo che veniamo da storie diverse. E’ meglio sommare, non dividere. Attendiamo con ansia il prosieguo del progetto respingendo, altresì, l’idea di voler isolare le persone anziane. In questo senso – conclude Tronco – la nostra organizzazione veneziana è molto avanti, anche sotto l’aspetto digitale, con queste modalità che ci permettono di relazionarci tra noi e con l’esterno. A dimostrazione, che le persone rimangono attive e con tanta voglia di partecipare, anche alla luce degli importanti consensi di ascolto, che abbiamo fin qui registrato. Perché lo SPI c’è!

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