Con un linguaggio fotografico originale e incisivo, questa mostra si propone di attraversare ponti, oltrepassare confini non solo geografici, guadare controcorrente fiumi ribelli penetrando nell’universalità femminile, senza scorciatoia alcuna.
Donne reali. A percorrere sentieri già tracciati da coraggi antichi e – oltremodo oggi – con impegno, fatica, esperienza e autorevolezza per l’emancipazione del presente e del futuro.
Percorsi in territori ardui, con inaccettabile frequenza polverizzati da coltelli affilati, proiettili deflagranti, nocche assassine. Indugiare nell’indifferenza dell’eco sordo di ossa frantumate, rasenta inconsapevole complicità ai carnefici.
Ma dalla violenza si può e si deve uscire – a partire soprattutto dalle nuove generazioni – spostando l’asse culturale e valoriale oltremodo inclinato su retaggi violenti e anacronistici, che ancora abitano e ammorbano risvolti familiari, ambiti lavorativi, istituzioni, comportamenti sociali, metodi e linguaggi.
Le immagini di Tragitti e Diritti raffigurano varie tematiche (Diritti, Manifestazioni, Lavoro, Violenza, Guerre, Povertà, Istituzioni) in sequenze prive di rigidi incasellamenti, lasciando altresì l’ideale multipla collocazione e appartenenza agli occhi di chi le contempla. La riflessione è già un’orma di consapevolezza.
Ringraziamo le fotografe Roberta Lotto, Maria Cristina Marzola, Bruna Mestrini, Maria Pia Miani, i fotografi Filippo Alessandro Nappi e Francesco Ventimiglia, artiste e artisti fecondi e generosi nel cercare di tradurre complessità e policromia di una Disubbidienza pertinace, irriducibile nello squarciare veli di marmo scolpiti su pietre preistoriche.
Con la forza e la persistenza dell’essere Sindache, nel riaffermare il senso antico del termine greco (syn insieme e dike giustizia) per dare voce a chi non ne ha e nella strenua difesa dei Diritti universali, quali imprescindibili contrasti alla “cultura” della violenza.
SIAMO QUI PER RESTARE!
Gruppo organizzatore
mostra Tragitti e Diritti