«Cara mamma se anche muoio io ti restano lo stesso altri quattro leoni, niente da fare così è il destino, io e Gino Nosella, i più disgraziati dei condannati a morte.
[…] Speriamo che tutto vada bene, ma siamo che aspettiamo momento per momento e siamo in trentasette condannati a morte.
Un saluto ai parenti e paesani.
Una idea è una idea e nessuno la rompe. A morte il fascismo e viva la libertà dei popoli».
Queste sono alcune delle parole che il diciannovenne Luigi Ciol, condannato a morte il 14 marzo, scriveva in una lettera alla sua famiglia, in attesa di essere fucilato il 9 aprile 1945, ad un passo dalla Liberazione.
Domenica 3 marzo, alle 11.45, anche lo SPI Metropolitano di Venezia sarà – assieme allo SPI Veneto, alla Lega SPI CGIL Lemene, alla sezione ANPI Dino Moro di Portogruaro e alla Fondazione di Comunità Santo Stefano – all’inaugurazione patrocinata dal comune di Teglio Veneto dello spazio dedicato a Luigi Ciol e Gino Nosella, giovanissimi combattenti di Cintello di Teglio Veneto.